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La necessità di ridurre l’iva sui defibrillatori: un passo verso la salvezza di più vite

Per poter salvare una vita è necessario spendere il 18% in più

Ogni anno in Italia, 60.000 persone muoiono a causa di arresto cardiaco, una media di 168 decessi al giorno.
Ogni ora, circa 7 persone perdono la vita per questa emergenza sanitaria, il che si traduce in un decesso ogni 1.000 abitanti.

Le statistiche dimostrano che l’uso tempestivo di un defibrillatore può aumentare le percentuali di salvataggio ben oltre il 50%, evidenziando l’importanza cruciale di questi dispositivi salvavita.

Tuttavia, nonostante il loro ruolo vitale, i defibrillatori sono soggetti all’aliquota IVA ordinaria del 22%, rendendoli più costosi e meno accessibili. In questo contesto, è urgente la necessità di ridurre l’IVA su questi dispositivi al 4%, un passo che potrebbe facilitare la loro diffusione, anche tra i privati cittadini.

Aliquote IVA in Italia nel 2024

In Italia, le aliquote IVA attualmente in vigore sono quattro:

  1. 22%: Aliquota ordinaria applicata alla maggior parte dei prodotti e servizi;
  2. 10%: Aliquota ridotta per servizi turistici (alberghi, bar, ristoranti) e determinati prodotti alimentari;
  3. 5%: Aliquota ridotta per alcune attrezzature medicali come le mascherine;
  4. 4%: Aliquota minima applicata a beni di prima necessità, inclusi articoli ortopedici.

L’IVA, o Imposta sul Valore Aggiunto, è una tassa sui consumi che colpisce ogni fase della produzione di beni e servizi.
Nonostante i passaggi intermedi siano neutrali rispetto all’IVA grazie a un sistema di detrazione, il peso dell’imposta ricade interamente sul consumatore finale.

Per poter salvare una vita è necessario spendere il 18% in più.

 

Perché ridurre l’iva sui defibrillatori al 4%

  • Accessibilità economica
    Ridurre l’IVA sui defibrillatori dal 22% al 4% abbasserebbe significativamente il loro costo, rendendoli più accessibili non solo agli enti pubblici e alle organizzazioni, ma anche ai privati cittadini. Questo è particolarmente importante perché la disponibilità di un defibrillatore in luoghi pubblici e privati può fare la differenza tra la vita e la morte durante un arresto cardiaco.
  • Incremento della diffusione
    Una riduzione dell’IVA incentiverebbe l’acquisto e l’installazione di defibrillatori in una gamma più ampia di luoghi, inclusi uffici, scuole, centri commerciali e abitazioni private. Una maggiore diffusione di questi dispositivi aumenterebbe le probabilità di intervento tempestivo in caso di emergenza.
  • Salvataggio di più vite
    Ogni minuto che passa senza l’intervento di un defibrillatore riduce le probabilità di sopravvivenza di una persona colpita da arresto cardiaco. L’accessibilità economica e la maggiore diffusione dei defibrillatori potrebbero aumentare significativamente il tasso di salvataggio, potenzialmente salvando migliaia di vite ogni anno.

L’adeguamento dell’aliquota IVA sui defibrillatori al 4% rappresenta un’opportunità concreta per migliorare la salute pubblica in Italia.

Questo cambiamento non solo faciliterebbe l’acquisto di questi dispositivi vitali, ma promuoverebbe anche una cultura di prevenzione e intervento tempestivo.

In un paese dove ogni ora muoiono sette persone per arresto cardiaco, è imperativo rendere i defibrillatori più accessibili.

Ridurre l’aliquota IVA al 4% per i defibrillatori è una misura semplice ma potente che potrebbe salvare migliaia di vite.

È tempo che le istituzioni prendano in considerazione questa modifica fiscale per il bene della comunità e la salvaguardia di molte vite.

 

Per approfondimenti con il dettaglio dei beni che rientrano nelle quattro aliquote IVA riportiamo alcuni siti di riferimento:

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