L’ambulanza arriva sul posto 20 minuti dopo, ma Antonio Baggi è già privo di vita. Il 21enne è stato rianimato per più di un’ora e mezza, ma per lui non c’è più stato nulla da fare.
Si trovavano all’interno di un bar: Antonio Baggi, la fidanzata Annachiara Fiorillo e una coppia di amici, Luca Quagliozzi e Claudia Morelli. Avevano deciso di trascorrere 6 giorni di relax in una delle capitali più suggestive d’Europa.
Erano circa le 19, Antonio stava bevendo dell’acqua mentre i suoi compagni stavano gustando una cioccolata calda. Pochi secondi dopo Baggi è crollato a terra e, a causa di una crisi epilettica, è andato in arresto cardiaco.
Allertati immediatamente i soccorsi, l’ambulanza è arrivata sul posto 20 minuti dopo. Il personale sanitario ha iniziato immediatamente le manovre di rianimazione cardiopolmonare che sono proseguite per più di un’ora e mezza. Ma Antonio era già morto.
L’arresto cardiaco, si sa, va trattato entro pochissimi minuti. Quando il cuore smette di battere, le possibilità di sopravvivenza calano del 10% circa per ogni minuto che passa. Dopo soli 5 minuti, pertanto, la possibilità di tornare in vita è praticamente identica a quella di morire. Soltanto una scarica elettrica al cuore è in grado di ripristinare nel paziente una frequenza cardiaca regolare.
È per questo motivo che sarebbe di fondamentale importanza aumentare in maniera esponenziale la presenza dei DAE in tutti i luoghi pubblici: nei locali, nelle scuole, nelle piazze, per le strade e, in generale, in tutti quei luoghi in cui si verificano spesso affollamenti di persone.
Con un defibrillatore semiautomatico esterno a portata di mano, Antonio avrebbe potuto far ritorno a casa sulle sue stesse gambe. La sua salma, invece, rientrerà in Italia venerdì prossimo, dove la sua città, Cassino, lo attende per donargli un ultimo saluto.
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