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Arresto cardiaco: in Emilia-Romagna nasce l’app integrata con il sistema 118

In attesa dell’arrivo dei soccorsi, i cittadini “first responder” possono intervenire teleguidati.

BOLOGNA – Un uomo di 70 anni stava camminando in una strada piuttosto centrale di Bologna, quando si è accasciato a terra. A salvarlo sono stati un negoziante, che gli ha praticato il massaggio cardiaco, e un tassista della Cotabo, che lo ha defibrillato.

Il tassista è stato allertato grazie a un’applicazione, che si chiama Dae RespondER, già in dotazione di alcuni conducenti di auto bianche. Il 70enne è stato stabilizzato in attesa del 118, che poi l’ha portato all’ospedale.

È una storia a lieto fine avvenuta in città alla fine di settembre, che, grazie a un progetto della Regione, potrebbe ripetersi, consentendo di salvare altre vite umane: le statistiche, infatti, dicono che ogni anno una persona su mille muore a causa di un arresto cardio-circolatorio.

Dae RespondER è la prima app integrata col sistema 118 attivo a livello regionale. “Siamo molto orgogliosi perché è uno strumento salvavita in più, che non sostituisce il 118, ma entra a tutti gli effetti nella catena del soccorso e consente di velocizzarlo” – ha spiegato l’assessore alle Politiche della salute, Sergio Venturi.

L’app è di fatto un sistema di “allertamento” delle persone, che include anche la localizzazione dei defibrillatori semiautomatici esterni (DAE) disponibili sul territorio. Consente a chiunque sia registrato (DAE First Responder) di essere allertato nel caso in cui la centrale operativa 118 identifichi un sospetto arresto cardiaco nell’area per cui l’utente ha dato la disponibilità a intervenire. Consente, inoltre, di localizzare il defibrillatore più vicino, per poterlo recuperare e portarlo dove si trova la persona colpita.

L’obiettivo è quello di contribuire a ridurre i tempi di intervento sui codici blu, ovvero casi presunti di arresto cardiaco, che si verificano sul territorio dell’Emilia-Romagna, perché defibrillare entro 3-5 minuti dall’inizio dell’arresto cardio-circolatorio può consentire la sopravvivenza del paziente nel 50-70% dei casi. La Regione ha deciso di investire 127mila euro in questo progetto, cui si aggiungono 30mila euro della Fondazione del Monte.

Ma come funziona in concreto questo sistema? Quando una persona viene colpita da un arresto cardiaco e viene chiamato il 118, “sugli smartphone dei Dae First Responder registrati nel sistema arriva una notifica, con cui si avvisa che la centrale operativa 118 ha registrato un probabile arresto cardio-circolatorio nelle loro vicinanze. I Dae First Responder aprono l’applicazione e visualizzano le informazioni di base, quali la propria distanza dall’evento e dal defibrillatore” – ha spiegato in una nota la Regione.

“Per confermare alla Centrale Operativa 118 la propria disponibilità a intervenire, basta premere sul display “Posso intervenire”, senza eseguire alcuna chiamata. Il sistema accetta la disponibilità e guida il Dae First Responder al recupero del DAE nelle vicinanze per portarlo sul luogo dell’evento; nel frattempo la Centrale Operativa 118 può seguire sul proprio cartografico il Dae First Responder in avvicinamento. Giunto

sul posto con il defibrillatore, il Dae First Responder – in contatto telefonico con l’operatore del 118 – eseguirà le operazioni di soccorso”.

Attualmente sono registrati sull’applicazione oltre 300 Dae First Responder sparsi in tutto il territorio emiliano-romagnolo. Sono invece 1500 i defibrillatori sparsi in città e paesi, in luoghi pubblici o privati, presenti nella mappatura della Regione; dovrebbero diventare 2mila a breve.


Fonte: http://bologna.repubblica.it/cronaca/2017/11/23/news/app_arresto_cardiaco-181887982/

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