L’Arresto Cardiaco (AC), viene comunemente chiamato anche Arresto Cardiaco Improvviso (ACI), proprio perché il sopravvento è repentino e segna segnali premonitori.
L’arresto cardiaco può colpire chiunque, senza distinzione di genere ed età.
Il primo segnale è quindi la perdita di conoscenza del soggetto.
La sincope è comunemente chiamata svenimento ed è un disturbo molto comune che si caratterizza per la perdita improvvisa e di breve durata della coscienza, che può verificarsi rapidamente e colpire sia soggetti giovani che anziani, sani o malati.
Comprendere i sintomi e la procedura per identificarli è quindi fondamentale per comprendere le differenze tra un evento di semplice risoluzione, ed un evento di emergenza tempo-dipendente, che richiede manovre di soccorso immediate.
Ecco i sintomi dell’arresto cardiaco:
L’arresto cardiaco è un’emergenza medica e richiede un trattamento immediato.
I sintomi sono identificabili tramite le procedure di RCP, ovvero la rianimazione cardiopolmonare.
Esistono delle linee guida internazionali per l’RCP.
Quando siamo presenti ad un evento nel quale vediamo un soggetto perdere conoscenza, la procedura è la seguente (il testo è scritto in modo semplice per essere maggiormente comprensibile per soggetti che non hanno effettuato corsi RCP/BLSD):
Una volta sopraggiunto il personale sanitario del 112/118, verificato lo stato di AC, proseguire le manovre di rianimazione con l’ausilio del defibrillatore.
Chi scrive le linee guida RCP e BLSD?
Le linee guida vengono definite da ILCOR, International Liaison Committee on Resuscitation, fondato nel 1992 per fornire un hub di collegamento tra le principali organizzazioni di rianimazione in tutto il mondo.
Fanno parte dell’excecutive board di ILCOR membri delle principali associazioni mondiali di rianimazione cardiopolmonare: ERC/IRC, AHA, ANZCOR.
Ciascuna associazione ha la libertà di apportare alcune modifiche minori nei processi di soccorso e soprattutto nella modalità di erogazione dei corsi RCP/BLSD verso operatori e istruttori, laici e sanitari.
Per approfondire questo argomento vi invitiamo a leggere l’articolo sulle linee guida aggiornate RCP e BLSD.
Molto frequentemente i termini arresto cardiaco e infarto vengono utilizzati imporpriamente.
Si tratta di due scenari differenti tra loro.
L’infarto ha segni premonitori, anche da giorni prima, mentre l’arresto cardiaco no.
L’infarto può portare a un arresto cardiaco, ma è difficilmente diagnosticabile se non siamo a conoscenza di alcuni dei segni premonitori caratteristici avuti dal soggetto.
Quindi se ci troviamo davanti a un soggetto incosciente e senza circolo, parleremo di arresto cardiaco, non di infarto, che eventualmente potrebbe essere accertato in seguito, da parte dei sanitari.
Per approfondire questo argomento vi invitiamo a leggere l’articolo sulla differenza tra arresto cardiaco e infarto.
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